PROVATE PER VOI

KAWASAKI ER-5

La ER-5 non ha mai infiammato i cuori dei motociclisti, la sua linea essenziale, la meccanica “solida” e supercollaudata, ma poco prestazionale, non hanno mai suscitato interesse tra i “navigati”. Ottima per chi ha pochi soldi da spendere e superlativa nei consumi. Ma la piccola Kawa non è stata concepita per far breccia nei cuori dei motociclisti incalliti, bensì come alternativa allo scooter oppure come prima moto per chi si affaccia al mondo delle due ruote come cme che da anni aveva dimenticato che cosa volesse dire viaggiare su due route. La linea non è certamente di quelle che colpiscono al cuore, però nel complesso risulta piacevole ed è apprezzabile il retrò, così come la strumentazione old-style è da considerarsi completa. Tachimetro e contagiri analogici separati, contachilometri totale e parziale, spie di servizio ed indicatore del livello carburante (da non sottovalutare) completano un quadro decisamente positivo. La sella risulta accogliente sia per il pilota, che apprezzerà la posizione di guida priva di particolari pecche, sia per l’eventuale passeggero, che avrà poco da lamentarsi anche per l’azzeccato posizionamento delle pedane e per il maniglione facilmente impugnabile, con l’aggiunta poi di un bauletto la comodità del passeggero migliora sensibilmente. Il motore della ER-5 è l’immortale bicilindrico di 499 cc, già montato sulla KLE e sulla sempreverde GPZ, con distribuzione bialbero 4 valvole per cilindro. Il cambio è a sei rapporti, con frizione a dischi multipli in bagno d’olio.Il telaio della piccola naked Kawasaki, è un ultraclassico perimetrale in acciaio a doppia culla continua che svolge in maniera più che degna il proprio compito. Nessuna sorpresa ci viene regalata dal reparto sospensioni ove si trovano una forcella telescopica da 37 mm anteriore ed una coppia di ammortizzatori regolabili posteriori. La ricerca estrema del prezzo contenuto ha colpito invece il reparto freni, con una dotazione alquanto misera. Passi il disco singolo anteriore da 280 mm, ma è difficile sorvolare sul tamburo posteriore. Certamente il fatto che la ER-5 sia stata pensata per un pubblico, sia questo maschile o femminile, che si avvicina al mondo delle due ruote per la prima volta, fa capire che la guida di questa bicilindrica sia quanto di più intuitivo e semplice ci possa essere. La conferma mi viene data sin dal primo istante in cui ho posato le terga sulla sella. I piedi toccano facilmente terra, le dimensioni complessive non imbarazzano e i comandi fondamentali sono lì dove me li aspettavo.
Il motore è a prova di neofita, niente picchi o strappi nell’erogazione della potenza (la Kawasaki dichiara 50 cv a 9.000 giri con una coppia pari a 4,5 Kgm a 7.200 giri).
Si da subito l’ ER-5 è una piacevole sorpresa, grazie soprattutto all’agilità da primato, che in città è paragonabile a quella di uno scooter di media cilindrata e che permette di muoversi in mezzo alle auto senza affanni.Questo non significa che la ER5 si trovi in difficoltà quando le strade si velocizzano ed il traffico permette andature più consone al suo status di “vera moto”.
La ciclistica non sarà raffinata, ma si dimostra concreta, la ER-5 si lascia condurre senza impegno permettendo all’apprendista motociclista di imparare cosa sono le pieghe e cosa voglia dire guidare una moto piuttosto che uno scooter. … cosa non da poco !

 

MI RACCOMANDO LUCI ACCESE CASCO BEN ALLACCIATO E RISPETTATE  I LIMITI!!!

Giovanni Martinotta   



 



 


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